Una ricerca del 1980 rivelato l’ingrediente segreto delle relazioni che durano a lungo nel tempo. Non è la compatibilità di carattere, né la condivisione dei valori, non è la cultura simile, né la stessa età… ma è, sorprendentemente, la gentilezza.

In realtà, neppure tanto sorprendentemente, perché nella gentilezza sono incluse tutte e sette le tappe delle Relazioni Ecologiche, così cruciali nello studio e nell’applicazione dell’ecopsicologia. La prima tappa è l’attenzione, il diventare consapevoli della presenza dell’altro, nell’unicità sua e dell’istante presente. Segue, l’ascolto, la disponibilità e la capacità di liberare la mente e il cuore per accogliere le parole dell’altro. Per accoglierle… come? Con rispetto, con l’accettazione della diversità, vista come occasione di incontro e di scambio e non di scontro e conflitto.

Nella gentilezza, c’è anche la presenza a se stessi, perché è una qualità delicata che per arrivare all’altro deve essere messa in campo prima di tutto in prima persona. Posso essere gentile con gli altri solo se ho imparato a esserlo con me stessa, con me stesso. Da questa capacità di presenza, dopo aver aperto la testa alle parole dell’altro, c’è un aprire il cuore al suo sentire, la quinta tappa, quella dell’empatia, è la capacità di risuonare col vissuto dell’altro senza annegarci dentro, rimanendo saldi su quello scivoloso crinale in cui è possibile sentire, farsi toccare dal vissuto dell’interlocutore, ma senza identificarvisi.

A questo punto si sono create tutte le condizioni per il dialogo e per la sinergia, per il fare le cose insieme, con allegria, in collaborazione, in co-creazione, che prevede una buona dose di resilienza e di capacità di sorridere di tutto ciò che succede, con la consapevolezza che non tutto lo sdipanarsi degli eventi è nelle nostre mani e che occorre saper giocare, anche, con ciò che ci succede, per mantenere il sorriso anche quando ciò che succede non rispetta le nostre aspettative.

Ecco, questi sono gli atteggiamenti, i talenti, i valori, che l’ecopsicologia promuove per allenarci alle relazioni col mondo, partendo dalla capacità di accogliere, intrecciare, e valorizzare la complessità, la contraddittorietà e la ricchezza presente in ognuno di noi. Sarà questo fare amicizia con noi stessi, con gentilezza, che ci insegnerà a relazionarci anche con gli altri, con la sensibilità necessaria per cogliere anche la loro complessità, contraddittorietà e ricchezza. 

Nell’ecopsicologia si intreccia questo lavoro col mondo interiore che va poi a impattare potentemente sul mondo esteriore. La vita è un evento misterioso e miracoloso, troppo breve e troppo bello per sprecarlo in stupidi conflitti dovuti prima di tutto all’ignoranza e a tanti malintesi. Ecco perché l’allenamento da relazioni ecologiche diventa una guida per la felicità, che risiede in nient’altro se non nelle relazioni di qualità.


Marcella Danon
Ecopsicologa, direttrice di Ecopsiché
Editoriale giugno 2024 – Ecopsicologia NEWS

Photo Credit: Archivio Ecopsiché – Grazie Stefania!